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Fotografare l’acqua: una gita a Tivoli

Fotografare l’acqua: una gita a Tivoli

Fotografare l’acqua. Cosa c’è di più interessante e appassionante? L’acqua è liquida, cangiante, assume forme e consistenze diverse e questo ci permette di fare tantissimi effetti speciali nelle nostre fotografie. È dunque compito del fotografo riuscire a “dominare” l’acqua, scegliendo i parametri giusti sulla fotocamera per ottenere lo scatto desiderato.

Qualche settimana fa sono stato a Tivoli alla bellissima Villa D’Este, famosa in tutto il mondo per le sue fontane. Questo spettacolare edificio e il suo giardino fanno parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco e non a torto. La storia della Villa inizia nel Cinquecento, quando il cardinale Ippolito D’Este, appena nominato governatore di Tivoli, decise la sua costruzione. Villa D’Este fu poi arricchita nel secoli successivi con nuove fontane. Il risultato è che oggi il giardino comprende 250 zampilli, 60 polle d’acqua, 255 cascate, 100 vasche, 50 fontane. Insomma, un vero parco giochi per il fotografo che vuole dedicarsi a fotografare l’acqua!

Per questo ho pensato di sfruttare questa gita per provare alcuni esperimenti e darvi degli spunti per poter fotografare fontane, fiumi, cascate, pozzanghere e tutte le forme che l’acqua può assumere! Visto che sono in partenza con il corso “La Memoria dell’Acqua” dedicato al racconto del fiume Aniene, mi sembra anche un bello spunto per chi volesse seguirlo! Tra l’altro l’Aniene passa proprio da Tivoli!

L’Aniene a Tivoli

1 Cascate: acqua come seta o come ghiaccio?

Quando ci troviamo davanti a una dirompente cascata (ma vale anche per un flebile flusso d’acqua), abbiamo a che fare con una delle variabili più importanti della fotografia: il movimento. Questo parametro è regolato dai tempi di scatto: se usiamo un tempo molto rapido (una frazione piccolissima di un secondo) riusciremo a bloccare il movimento, catturando persone che corrono, ad esempio. Se invece usiamo un tempo lento (ad esempio un secondo di esposizione), ecco che ciò che è in movimento apparirà come una scia.

Questo è molto importante quando fotografiamo l’acqua, perché a seconda dei tempi di scatto che impostiamo, l’effetto che otterremo è completamente diverso. E come sempre, a effetto diverso corrisponde una diversa sensazione ed emozione che vado a comunicare con quello scatto. È dunque fondamentale scegliere bene ciò che voglio ottenere.

Se imposto un tempo di scatto rapido, l’acqua sembrerà congelarsi nell’aria, assumendo una forma simile al ghiaccio, quasi gelatinosa. In questo modo il flusso sembra frammentarsi e frastagliarsi e dà una sensazione di violenza, di potenza, di qualcosa di solido.

Se, invece, imposto un tempo di scatto lento, l’acqua diventerà liscia, setosa, più compatta ma al tempo stesso trasparente, permettendomi di vedere anche un po’ ciò che c’è dietro il flusso. La sensazione è di qualcosa di delicato, avvolgente. Quindi, come vedete nell’esempio qui sotto, due atmosfere completamente diverse!

Quale delle due scegliere? Dipende da cosa voglio esprimere!

E quali parametri devo impostare? Anche qui, dipende dall’effetto e dalla situazione in cui i trovo. Bisogna quindi fare delle prove con diversi valori e vedere che cosa ottengo. Guardate, ad esempio, la differenza tra gli scatti in questo articolo per vedere come anche un tempo un poco diverso cambia molto l’effetto.

2 In mezzo all’azione

Anche con i tempi rapidi dobbiamo scegliere il parametro giusto per riuscire a bloccare il movimento. Nel caso di flussi d’acqua molto forti come degli zampilli, la velocità deve essere elevata per non rischiare il mosso.

A Tivoli a Villa D’Este ci sono degli spruzzi molto alti e potenti che permettono di divertirsi creando dei “paesaggi acquatici”. Per ottenere un bell’effetto, però, bisogna andare molto vicino, immergersi nell’azione, insomma, rischiare di bagnarsi. Questo vale per tutte le fotografie: solo andando in mezzo a ciò che succede si ottengono delle foto coinvolgenti, rimanere lontani e zoomare crea distanza e freddezza.

Dunque, eccoci in mezzo agli spruzzi, ora che tempi bisogna usare? Più i tempi sono rapidi e più lo spruzzo diventa un insieme di piccole bolle d’acqua sferiche, se invece il tempo non è sufficientemente rapido, le bolle saranno delle scie, cambiando completamente l’effetto.

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3 Riflessi speculari

Una delle cose più belle dell’acqua è che riflette il mondo circostante creando dei riflessi molto interessanti. Come ottenere però un riflesso perfetto? Ci sono due trucchi per ottenere la foto giusta:

1 Ciò che si riflette (un soggetto, un palazzo, etc.) deve essere illuminato dal sole, mentre ciò in cui si riflette (l’acqua in questo caso) deve essere in ombra. In questo modo il riflesso diventa brillante e nitido. Se la situazione fosse al contrario, invece, il riflesso sarebbe opaco e indistinguibile.

2 Scattate il più vicino possibile all’acqua, proprio sul pelo. Non fate foto dall’alto, ad esempio, perché perdete la prospettiva e non catturerete il riflesso per intero.

4 Riflessi distorti

I consigli sopra valgono soprattutto per quando l’acqua è ferma, ma se invece si muove? In questo caso i riflessi cambiano e diventano ancora più interessanti! Potete provare a impostare la raffica sulla macchina fotografica e scattare così una serie di foto in sequenza. Vedrete gli oggetti deformarsi in modi bizzarri, come ho fatto io con questa statua sempre fotografata in una fontana di Villa D’Este.

5 Arcobaleno

Quando c’è un bel sole e l’acqua polverizzata in aria dagli spruzzi potenti, potrebbe manifestarsi l’arcobaleno. È sempre uno spettacolo meraviglioso e sorprendente ed è impossibile non volerlo fotografare. Ma come farlo al meglio? Ecco svelato un piccolo trucco: se impostate un tempo lento sulla macchina fotografica, riuscirete a catturare meglio la gamma dei colori. Il perché è presto detto: se i tempi sono rapidi l’acqua si divide in piccoli rivoli e si perde il flusso continuo dei colori. Con i tempi lenti l’acqua è più omogenea e si vede meglio l’arcobaleno.

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6 Pesci

Nelle vasche di Villa D’Este a Tivoli ci sono parecchi pesci: se volete catturarli come dovete impostare la macchina? Intanto vi servono dei tempi rapidi, oppure rischiate di avere solo scie, e poi dovete giocare bene con i riflessi. Se riuscite a far passare i pesci su un riflesso scuro che va a “bucare” l’acqua, allora riuscirete a vedere bene i pesci sott’acqua. Se invece avete una superficie con riflessi brillanti, allora ciò che c’è sotto sarà nascosto.

7 Controluce

Infine l’acqua è straordinaria quando fotografata in controluce. La foto di esempio qui sotto non è a Villa D’Este, ma in un giardino pubblico a Tivoli. Al tramonto a luce passa attraverso l’acqua e la rende dorata. Se riuscite a staccarla su uno sfondo scuro, risalterà tantissimo, creando un magnifico effetto in controluce.

Spero di avervi dato parecchi spunti con questo articolo su come fotografare l’acqua. Potete fare delle prove anche a casa con il rubinetto, oppure cercate delle fontane nel vostro quartiere, o, se non l’avete ancora fatto, visitate Villa D’Este. Mi piacerebbe organizzare una gita fotografica in futuro, quindi se siete interessati, fatemi sapere!

Organizzo spesso uscite fotografiche in giro per Roma, seguite i canali social di il FotoStudio per saperne di più, soprattutto la pagina Facebook e il nostro gruppo Fotostudiando. Se vi piace fotografare la città, potreste iscrivervi al corso di fotografia “Raccontare a città” che si svolge sia in presenza che online, oppure a “La Memoria Dell’Acqua”, un corso tutto dedicato al racconto del fiume Aniene! A presto!

Francesco Amorosino, fotografo e artista visivo, fondatore di il FotoStudio

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